mercoledì 22 gennaio 2014

Il Ciclo di Belgariad

 Avete presente quei libri  che iniziate a leggere con gusto ed entusiasmo, e vi dite "su, leggiamo! Questo libro mi ispira da matti, sarà sicuramente fantastico!" e poi si rivelano essere un flop totale? Ecco, per me il Ciclo di Belgariad è stato esattamente questo, tanto che mi sono fermata (INAUDITO!) a metà circa del terzo libro. 

Ma cominciamo con ordine. 

In teoria, è un fantasy che ha tutte le carte in regola per essere una buona storia: un po' classico, ma niente male, e i libri che la compongono (seguiti dalla pentalogia dell'Epopea dei Mallorean, che non voglio neppure pensare di leggere) sono, nell'ordine: 

  • Il Segno della Profezia;
  • La Regina della Magia; 
  • La Valle di Aldur; 
  • Il Castello Incantato; 
  • La Fine del Gioco. 


La storia comincia con questo bambino di nome Garion, che non ha genitori o parenti di sorta: vive alla fattoria di un uomo di nome Faldor, dove viene cresciuto da una donna che tutti chiamano Zia Pol. 
E fin qui, tutto bene. Succedono una serie di casini, legati principalmente al fatto che è stato rubato un oggetto di enorme valore (un globo magico creato dal dio Aldur), che, se finisse nelle mani del malvagio dio Torak, causerebbe la fine del mondo, e cazzi e mazzi vari, un po' come l'Unico Anello con l'unica differenza che questo Globo non deve essere distrutto ma usato contro Torak. 

Di per se, la storia è, come dicevo, molto bella, ma. 
MA. 

Una cosa che non sopporto proprio, è l'idea di un destino soverchiante che muove le persone come se fossero marionette, ed è esattamente questo che succede in questa saga. 
ODIO. PROFONDO. 

Praticamente questo povero ragazzo viene preso, sballottato a destra e a manca e ancora a manca e a destra, senza che gli venga fornita nessuna spiegazione, lo ficcano su un trono senza che sia mai stato preparato all'arte del governo... Praticamente, è solo una pedina di un gioco più grande, e se fa anche solo il verso di ribellarsi, zac! Subito tutti gli dicono peste e corna ma senza dargli la minima spiegazione, e lui deve recitare l'atto di dolore senza aver capito cosa abbia sbagliato. 
Oltretutto, la cosa peggiore è che se i personaggi si ribellano a questo destino, il prezzo da pagare è la fine del mondo. 
In senso letterale. 
E l'unico personaggio che ha in animo un po' di ribellione viene immediatamente riportata all'ovile, con le buone e le cattive, e le vengono imposti oggetti magici senza che lei o staltro disgraziato ne sappiano niente. 

Ma stiamo scherzando? 

Una cosa che ho sento spessissimo criticare del Signore degli Anelli, è che la Divina Provvidenza provvede sempre, facendo in modo che l'Anello finisca comunque nella lava del Monte Fato... ma qui davvero si esagera! 

Insomma: io ho odiato questa saga, al punto da interrompermi a metà. E dire che l'autore aveva avuto tantissime belle idee per popolare il suo personale mondo fantastico! Un vero peccato. 

Se volete sprecare il vostro tempo con una storia frustrante, questa è davvero perfetta. 

Alla prossima. 

Arch

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A me mi piacciono le citazioni...

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir Virtute e Canoscienza.

-Dante Alighieri