martedì 14 gennaio 2014

Le Cronache Di Prydain

      Quanti di voi sono cresciuti con i film della Disney (okay, non tutti... sto parlando della generazione un po' più "vecchiotta"!) ricorderanno il film d'animazione Taron e la Pentola Magica, in cui un intrepido Guardiano Di Maiali di nome Taron (appunto), con l'aiuto di una maialina veggente, di uno strano animale peloso che risponde al nome di Gurghi, di una principessa con una pallina magica e di una spada ancor più magica, deve nientemeno che salvare il mondo dalle grinfie del malvagio Re Cornelius: questi brama di impossessarsi della terribile Pentola Magica, che ha il potere di resuscitare i morti, e grazie ad essa intende conquistare il mondo. 

La storia originaria è molto più lunga, tanto da coprire cinque volumi, mentre il fim è liberamente ispirato soltanto ai primi due, e le differenze sono notevoli. 
I romanzi, ideati dallo scrittore americano Lloyd Alexander (Filadelfia, 30 Gennaio 1924 - Drexel Hill, 17 Maggio 2007), sono, in ordine:

  • Il Libro dei Tre;
  • Il Calderone Nero; 
  • Il Castello di Lyr; 
  • Taran Girovago; 
  • Il Sommo Re. 

Ordunque, da dove iniziare... 
Ho letto questi libri solo relativamente di recente: da piccola amavo moltissimo il summenzionato cartone, nonostante il mio indefesso, tetragono e testardo odio per qualsiasi cosa anche solo lontanamente imparentata con l'horror. L'atmosfera del cartone era infatti estremamente cupa, il castello traboccava di orrendi mostri, e il malvagio Re Cornelius resta uno dei cattivi più paurosi della mia infanzia, secondo solo alla terribile matrigna di Cenerentola. E vogliamo parlare degli scheletri resuscitati, che camminavano lenti, inesorabili e mortalmente silenziosi avvolti in una foschia a dir poco inquietante (non a caso, il direttore artistico, era, indovinate un po' chi? Tim Burton!)?
Insomma, potrebbe davvero sembrare troppo per una bambina che (oh, smettetela di ridacchiare!) ha avuto gli incubi per una settimana perchè la sua amichetta l'ha costretta a guardare i piccoli brividi... eppure, resterà sempre e comunque uno dei miei cartoni preferiti. 

Perciò, quando un mio carissimo amico mi ha comunicato l'esistenza di questi libri, una volta messeci le mani sopra (in senso figurato, ho scaricato gli ebook da internet...) non ci ho messo molto a divorarli uno dopo l'altro. 
E sono rimasta molto, molto soddisfatta! 

Innanzitutto, nella miglior tradizione del Fantasy, questi romanzi sono ispirati alla mitologia: l'intera vicenda si svolge sullo sfondo di un Galles immaginario (Cymru Prydain, per l'appunto), ed è basata per la maggior parte sulle leggende contenute nel Mabinongion, che è il testo più importante della letteratura mitica gallese. 
I personaggi sono molti, vari e del tutto atipici: basti pensare al simpatico Flewddur Fflam, un re con velleità da bardo, con la tendenza a esagerare sempre i propri meriti e prontamente riportato in carreggiata da una magica arpa, le cui corde saltano ogni volta che il personaggio esagera (e più le spara grosse, più corde saltano!). 
Altro personaggio che mi è piaciuto, la principessa Eilonwy, che toglie più di una volta dai guai Taran e compagni.... e non aspettatevi un vecchio mago stile Gandalf! 

Altro gran pregio di questa saga, è il finale. 
Sto per fare un mega spoiler con tanto di discussione filosofica, perciò siete avvertiti e il primo che se ne lagna, fatti suoi!

Mentre leggevo le ultime pagine, dicevo tra me e me: "Non può essere vero!! Non può scadermi così, dopo cinque libri uno più bello dell'altro, originali, ottimamente scritti... mi scopiazza spudoratamente il finale del Signore Degli Anelli? Mi rifiuto di crederlo!!" e infatti, non sono rimasta delusa (non del tutto, almeno). Anche se, pensandoci bene, non ho la più pallida idea di come finisca il Mabinongion, perciò Tolkien potrebbe aver preso ispirazione da li, e non lo escluderei. 
Orbene, dopo che il cattivo è stato sconfitto, il mondo salvato eccetera, si hanno delle importanti conseguenze: la magia scompare completamente, e tutti i compagni di avventura debbono prendere e andarsene oltre il mare, nelle Terre dell'Estate (non mi ricordo bene se si chiamano così o con un nome simile), ma Taran ed Eilonwy scelgono (l'uno per senso del dovere, l'altra per amore di Taran) di restare in Prydain, per governare come Sommi Sovrani e sovrintendere alla ricostruzione dopo la distruzione causata dalla guerra contro il malvagio Arawn. 

La cosa che ho apprezzato di più, è che non c'è nessun destino soverchiante sul protagonista, come sottolinea lo stesso stregone Dallben: spetta soltanto a lui scegliere. 

Insomma, una gran bella saga, consigliatissima! 

Saluti

Arch 








1 commento:

  1. Ottima recensione Arch! Lo ammetto, mi è venuta davvero voglia di iniziare a leggere il primo libro (infatti ho saggiamente evitato lo spoiler finale ;) ), quando hai parlato delle atmosfere tetre mi si è accesa una scintilla, proseguendo poi verso l'ispirazione mitologica della storia mi sono davvero convinta a prenderlo!
    Ancora bravissima per la recensione, efficace e chiara su ogni aspetto, continua così! :D

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A me mi piacciono le citazioni...

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir Virtute e Canoscienza.

-Dante Alighieri